WUSHU, ARTE MARZIALE CINESE: CHIARIAMOCI LE IDEE

WUSHU, ARTE MARZIALE CINESE: CHIARIAMOCI LE IDEE

Molto spesso quando in Occidente si usa il termine Kung-Fu (功夫 gōngfu) ci riferiamo impropriamente alle arti marziali cinesi, le quali oltrepassarono il confine orientale e iniziarono ad essere conosciute con le prime pellicole cinematografiche prodotte intorno agli anni ’30 e che in seguito invasero definitivamente il mercato americano e europeo dagli anni ’60 in poi, grazie anche al grosso contributo che diede Bruce Lee tramite i suoi film e le sue dimostrazioni pubbliche.

In Cina, invece, il termine usato comunemente per identificare le arti marziali è Wushu, il quale viene ormai comunemente tradotto con “Arte marziale” o “Arte della guerra”, ma in realtà il vero significato è ben diverso!

Etimologia del termine “Wushu”

Wushu (武术) è composto da due caratteri:

  • 武 (wu) che alla lettera vuol dire “marziale, militare” a sua volta è composto da due “parole”: la prima 戈 (ge) indica un antica arma cinese, la seconda 止 (zhi) vuol dire “bloccare”. L’ideogramma 武 (wu) è quindi alla lettera “bloccare un’arma” oppure “l’arma che blocca il nemico”
  • 术 (shu) invece significa “tecnica, metodo”. Wushu è quindi la tecnica, il metodo per “bloccare l’arma” ossia affrontare il nemico per difendersi.

Tipologie di Wushu:

Anche se tentare di catalogare, classificare e suddividere gli innumerevoli stili appartenenti alle arti marziali cinesi è concettualmente sbagliato, molto restrittivo e spesso limitante, per esigenze tecniche e linguistiche il vasto mondo del Wushu viene comunemente suddiviso in due grandi categorie o famiglie (Jia), le quali si differenziano tra loro principalmente per il tipo di lavoro che vanno a svolgere e per gli obiettivi tecnici che si prefiggono.

Le due famiglie base del Wushu prendono il nome di Waijia o stili “Esterni” e Neijia o stili “Interni”.
I sistemi marziali che vengono catalogati come “stili esterni” sono caratterizzati da un lavoro destinato ad irrobustire maggiormente l’apparato muscolo-scheletrico attraverso l’esercizio fisico e sono principalmente molto vigorosi, mentre quelli appartenenti ai cosiddetti “stili interni” si contraddistinguono per il loro lavoro destinato principalmente allo sviluppo della “forza morbida”, al controllo dell’energia vitale dell’organismo (Qi) e ad un utilizzo maggiore della componente mentale (Yi).

In verità qualsiasi arte marziale, una volta studiata e sviluppata nel modo corretto, porta inevitabilmente il praticante a raggiungere entrambi gli obiettivi; sia quello più fisico ed esterno del Waijia che quello più energetico e mentale del Neijia, anzi in realtà l’obiettivo finale di ogni buon praticante è proprio il raggiungimento di un equilibrio tra questi due principi, i quali pur essendo opposti tra loro rappresentano la complementarità dell’universo Yin/Yang.

Secondo una diffusa distinzione, le arti marziali cinesi legate alla famiglia “esterna” Waijia sarebbero da attribuire maggiormente alla scuola Buddhista identificata nel famoso monastero di Shaolin, mentre le arti marziali associate alla famiglia “interna” Neijia identificherebbero le loro origini principalmente nella Scuola Taoista dei monti Wudang.

La suddivisione del vasto mondo del Wushu in scuole “Esterne” e scuole “Interne” pero non è la sola distinzione degna di nota: esistono infatti altre differenziazioni di base, le quali partecipano a rendere ancora più variegato e complesso il mondo delle arti marziali cinesi.
Tra queste, vi è sicuramente il fattore geografico, correlato con i luoghi di provenienza delle varie scuole di Wushu, le quali si suddivisero in due differenti fronti, in virtù del fatto di essere collocate a nord o a sud del grande Fiume Giallo.

Gli stili appartenenti alle scuole a nord del Fiume Giallo infatti, furono definiti Bei Quan ovvero “Pugno del nord”, mentre gli stili appartenenti alle scuole a sud del Fiume Giallo furono definiti Nan Quan ovvero “Pugno del sud”. Tale differenza consisteva principalmente nelle caratteristiche morfologiche del territorio, le quali si riflettevano di conseguenza sui loro abitanti.

Gli stili del Nord si caratterizzano per movimenti a lunga distanza e per l’utilizzo di molte tecniche di calcio, ciò è dovuto alla statura più alta degli abitanti della Cina settentrionale e al tipo di abbigliamento utilizzato in regioni fredde, il quale essendo particolarmente di impaccio richiede una distanza maggiore di esercizio.

Diversamente gli stili del Sud sono caratterizzati da tecniche a corta distanza, principalmente eseguite dagli arti superiori e da un ridotto uso di calci. Anche in questo caso, la morfologia più bassa e tozza degli abitanti del sud, il clima caldo umido e soprattutto la necessità di dover combattere su piccole imbarcazioni, principale mezzo di trasporto e di lavoro di quelle province, spinse questi uomini a sviluppare delle tecniche di combattimento adattabili alle loro ridotte esigenze di spazio.

Alcuni detti cinesi legati alle arti marziali rafforzano quanto detto sopra: “Bei tui Nan quan” ovvero “Calci del Nord e pugni del Sud”; oppure “Bei song Shaolin, Nan zun Wudang”, ovvero: “A Nord si rispetta Shaolin, a Sud si considera Wudang”.
All’atto pratico invece, con il trascorrere del tempo, queste due tipologie di scuole si influenzarono molto a vicenda, generando in tutta la Cina una miriade di stili diversi, aventi però alla base origini e principi simili.

Conclusioni

Il termine “Kung Fu”, che, come abbiamo detto si può tradurre come concetto di “energia e tempo”, è quindi stato associato con le arti marziali per il grande sacrificio e il tempo necessario per raggiungere un elevato livello di abilità.

I termini Kung Fu e Wushu vengono dunque spesso associati tra loro per indicare un lavoro marziale raggiunto con impegno, perseveranza e tanto esercizio, per cui l’uso abbinato dei due termini è da considerarsi corretto. Quindi per sintetizzare possiamo dire che il Kung Fu è la qualità necessaria per eseguire del buon Wushu.

Il Kung fu è parte integrante della cultura cinese, la sua storia e le sue radici risalgono a circa 4000 anni fa. Da allora fino ad oggi lo sviluppo e la prova costante della teoria e della tecnica hanno fatto del Kung Fu uno tra i più completi e complessi sistemi marziali al mondo, da cui hanno tratto origine la maggior parte delle altre arti marziali asiatiche che si sono sviluppate nel tempo.

I benefici della pratica costante di un’arte marziale tradizionale sono risaputi; in particolare la pratica del Kung Fu migliora la concentrazione e la determinazione, aumenta la reattività, sviluppa la resistenza, la flessibilità, la coordinazione e l’equilibrio, insegna la difesa personale ed incrementa l’autostima, educa a nobili valori come rispetto ed umiltà, infine aumenta le difese immunitarie e migliora l’umore.

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